Sabato 28 dicembre ero invitata - e non solo, ero testimone! - al matrimonio di una coppia di miei carissimi amici. È stata una giornata intensa, vissuta appieno e densa di emozioni. A letto alle 4! Mi sveglio e accendo con calma il telefono mentre preparo il caffè. Ecco arrivare una sequela di bip che annunciano decine di messaggi whatsapp in cui mi vengono chieste le foto delle nozze. Mi rendo conto che non ne ho nemmeno una. Ho messo la borsa con il telefono in un angolo e ho pensato a divertirmi e a godermi i momenti con gli sposi e con gli amici.
Non un post su Facebook o una storia su Instagram. Non c’è traccia di quel giorno se non nella mia memoria e nel mio cuore. Questo mi ha dato da riflettere.
Viviamo a volte in un mondo fatto di esteriorità in cui è lecito chiederci che fine abbiano fatto i nostri sentimenti e la nostra interiorità. Vogliamo esaltarci con immagini e zero parole sui social network mettendoci in posa per i nostri follower perdendo spesso quello che siamo e che viviamo davvero con il cuore e con la pancia perdendo poi tempo a contare i like. Onestamente, non ci avevo mai pensato fino a stamani.
Ma quello che arricchisce la nostra vita deve necessariamente passare per il web? La digitalizzazione spesso travolge anche la nostra personalità, la nostra interiorità e le nostre relazioni di qualsiasi tipo? Controlliamo molte più volte gli schermi dei nostri cellulari degli occhi dei nostri genitori, dei nostri amici e dei nostri cari. Ci addormentiamo solo dopo aver bloccato lo schermo del nostro telefono e magari abbiamo dimenticato di dire buonanotte a chi vive con noi.
Della giornata del matrimonio, per fortuna, mi ricordo gli occhi della sposa che sembravano quelli stupiti di una bambina, le sue espressioni di gioia, la sua emozione e commozione, i nostri abbracci. Mi ricordo la felicità dello sposo e le sue battute. Forse me li sarei persi se fossi stata dietro a uno schermo a fotografare e condividere questi momenti intimi.
Non chiedo e non spero che il mondo digitale svanisca, anzi. Vorrei solo che non influisca troppo sul nostro io. Che non lo modifichi e non lo cancelli, ma che lo condivida e lo amplifichi soltanto. Il mondo digitale è bellissimo ed è un luogo in cui vogliamo starci tutti ma per l’anno che verrà mi auguro che ognuno di noi sappia “come” starci, capendo quando scindere la sfera privata da quella pubblica.
Saluto il 2019 sperando che nel nuovo anno e nelle nostre vite entrino nuovi stimoli, nuove idee e nuove esperienze. Saluto il 2019 chiedendo a chi mi legge di aprire un attimo gli occhi e di prestare attenzione al mondo che ci circonda: è bellissimo, ricco, pieno di sguardi, di sorrisi e di momenti indimenticabili. Viviamoli con il telefono in tasca.