Se non fosse una battuta scontata e lepida, direi: “Maremma ‘hane!” e mi farei una gran risata.
Una risata per il casino che ha scatenato la canzone di un gruppo musicale di Follonica che già dal nome denota l’intento fra il provocatorio e il goliardico. Si chiamano “Diane”, e fin qui c’è poco da dire. Poi però il loro stesso logo avverte “pronounced Diahane” e qui ci scappa il primo sorriso perché la pronuncia è una mimesi di bestemmia, anzi una vera e propria para-bestemmia. Ok: il moccolo, quando non scandalizza e non infastidisce, fa ridere.
Il gruppo (del quale on-line ho trovato poco e me ne rammarico) è presente su YouTube con un video di un anno fa, dal quale pare di capire che la costituzione della band è frutto di una abbastanza recente aggregazione rapsodica di amici. Ho ascoltato i pezzi inseriti nella clip. Non mi sono affatto dispiaciuti.
Ma il video (dice il contatore) un anno fa aveva fatto 294 visualizzazioni. Poca roba: come dire che ha girato fra gli amici.
Poi i nostri musicisti scrivono una canzone, “Senesi al mare”, pubblicata in questi giorni e il nuovo video in un solo giorno fa circa 11.000 visualizzazioni. Il perché è facilmente spiegabile: appena saputo della canzone e del testo che perculeggia impietosamente i senesi che vanno al mare a Follonica, si sono scatenate le reazioni. Da quelle irritate (ma come vi permettete?), a quelle sarcastiche (se non ci fossero i senesi a tenere in piedi il turismo in questa parte di costa, vorremmo vedere di che campereste), a quelle divertite e, addirittura, positive.
Forse mi alienerò qualche simpatia, ma io mi ascrivo senza esitazione veruna a quest’ultima categoria.
Il testo è provocatorio e qualcuno s’è adontato perché recita “chissà chi è il primo che si sente male” e “chissà chi è il primo ad affogare”. Chiedo scusa: ma avete mai sentito i testi di altre canzoni che non scandalizzano nessuno? dico: quelle che sono tanto amate dai nostri giovani, nelle quali si parla di stupro, di droga, di violenza, con la stessa naturalezza con la quale Tonina Torrielli (forza, i più giovani, andate a vedere chi è. Io lo so, ma io ho 71 anni) cantava “Addormentarmi così”. E vi scandalizzate per una provocazioncina come quella dei Diahane? Via gente, gnàmo!
Loro sono stati dimolto intelligenti, secondo me: sapevano che se avessero scritto un testo generico prendendo in giro i vacanzieri che si riversano sulla costa non avrebbero irritato nessuno. Prendendo pel il sedere i senesi e pagando un divertente tributo al campanilismo dei maremmani che detestano Siena (che roba! nel 2020! ma si può sentire? come? Montaperti? E perdìe! a Montaperti c’ero anch’io! meglio ‘un digliele quattro, anche oggi, a quei fiorentinacci guelfi! ma senti che discorsi!); pagando pegno al campanilismo, dicevo, sapevano che avrebbero ricevuto attenzione. E così è stato.
Posso? O mi levate del tutto il saluto? Oso e aggiungo: l’attenzione che meritano. Perché non sono per niente un gruppo “accio”, ma per niente. La canzone dello scandalo (a orecchio mio) sembra risentire della lezione dei pisani The Zen Circus, anche se la band di Andrea Appino, Karim Qqru, Massimiliano Schiavelli e Marcello Bruzzi è, ovviamente, molti passi avanti. Ma date tempo a Diahane e, se non si buttano via, ne viene fuori roba interessante.
E poi il video: il pezzo è eseguito su un anonimo terrazzone in mezzo ad un non-paesaggio con un set e una scenografia volutamente minimalisti e periferisti. Ci ho visto un’altra citazione de The Zen Circus: la clip della canzone “Ilenia”. Se non l’avete vista guardatela e ascoltatela: il testo è di amara bellezza, la musica porta fuori di testa, ma (e questa è la citazione dei ragazzi di Follonica), nel video on line, l’ambientazione è, anche in questo caso, un anonimo tetto o terrazzone di anodina periferia. Guardatevela la clip, anche perché alla batteria non c’è il batterista usuale dei gruppo – Karim – ma c’è una strepitosa Julie Ant, un’artista che lavora fra grafica, digital art, animation (guardatevi “The last supper alive” e capirete a che livelli siamo), ma che fa anche la batterista e, nel brano in questione, dà il meglio di sé e la sua intensità mozza il fiato.
E bravi Diahane. Da parte di un senese (che per la verità a Follonica ci batte poco, ma non vuol dire), un applauso convinto.