Non è che ci volesse molto per prevederlo: le immagini registrate e diffuse dagli organi di informazione locali di domenica 1° novembre sono eloquenti e arrivano, questa volta, dagli Orti del Tolomei e da Sant’Agostino.

I resti di quelle che furono bottiglie di superalcolici, birre, vinaccio in cartone e lattine di sbòbe varie giacciono scomposti per terra o  diligentemente allineati sui muretti, a loro volta vandalizzati e  insozzati da tempo  da scarabocchi senza senso. Sono i residui del fine-settimana notturno dei nostri garzoncelli scherzosi nel pieno di loro età fiorita, i quali ormai ci hanno assuefatto ad una città in cui, a girare in certe parti e in certi orari, c’è di che avere qualche inquietudine.

Tempo fa erano, quei giovincelli, gli eroi di sbornie, vomitate, risse, estorsioni e aggressioni fra Piazza del Mercato e i giardinetti di Vicolo della Fortuna. Poi, ce lo ricordiamo, l’esasperazione degli abitanti convinse chi di dovere a far fare qualche giro alle volanti della Polizia e la cosa si acquietò (relativamente: chi scrive ha necessità di frequentare proprio quei posti e di farlo anche il sabato e la domenica mattina presto, e chi scrive vi può assicurare che il cimitero di bottiglie gloriosamente cadute sul campo di un tappeto di vomito ha continuato a far parte del paesaggio urbano anche di quella zona della città senza considerevoli variazioni).

Non ci voleva gran fantasia per prevedere quel che allora scrivemmo: il casino se ne andrà (forse per qualche tempo) da qui, ma continuerà da altre parti.

Sette e du’ nove: scopa di gobbo! Lo show cambiò palcoscenico e si trasferì indisturbato in Piazza San Francesco, da dove, si direbbe, non se n’è allontanato, dato che, come abbiamo letto, solo poche sere fa un giovane è stato massacrato di botte proprio lì, ad opera di altri suoi coetanei (alcuni minorenni) che poi sono stati intercettati dalla Polizia in Piazza Matteotti.

Sballo, ubriachezza, teppismo, violenza. Quel che è successo anche nella notte fra sabato e domenica tra gli Orti del Tolomei e Piazza Sant’Agostino si è svolto secondo il copione consolidato e la notte da leoni si è, poi, conclusa con i nostri baldi eroi che hanno preso a sassate le macchine (alcune anche in transito, con persone a bordo). Chi ha assistito – si legge – garantisce che c’erano, nel branco, minorenni ambosessi, briachi fradici (se anche cannati o impasticcati non sapremmo dire). E’ la solita compagnia di giro: magari in scena non vanno sempre gli stessi attori, ma la compagnia è la stessa, il carrozzone di minorenni o neomaggiorenni  allo sbando, con pulsioni (non sempre, ma a volte sì) micro (o nemmeno sempre micro) criminali.

Se qualcuno credeva che a risolvere le cose potesse essere qualche dissuasorio (ma dissuasorio de che? ma de che? ma di che cosa stiamo parlando?) passaggio di macchine della Polizia, quel qualcuno farà bene a ricredersi. E’ successo puntualmente quel che si sapeva che sarebbe successo: il branco si sposta, cambia location, a volte ruota i protagonisti, ma non cambia abitudini. E capire da dove nascono certi comportamenti (cosa sempre doverosa, se siamo persone serie e non demagoghi da operetta) non significa sminuirli, sottovalutarli o (peggio) giustificarli  con l’idiota e pilatesca locuzione “so’ ragazzi”. Saranno ragazzi, ma son ragazzi inaccettabilmente incivili: molti per immaturità e mancanza di adeguati modelli di riferimento, qualcuno disadattato socialmente, qualcuno proprio stronzo per talento innato, a prescindere (come diceva Totò), e il loro comportamento va depotenziato perché una città non può essere ostaggio di teppismo minorile. Altrove è perfin peggio, è vero, ma (lo abbiamo già scritto) questo non è un concetto ricevibile.

Vorremmo solo sapere (questo sì: ci terremmo davvero a saperlo) se, oltre a far fare qualche giro agli agenti (a proposito: testimoni oculari di altre notti brave riferiscono che, in qualche caso, gli agenti si sono trovati davanti un numero elevato e minaccioso di giovinotti e giovinotte strafatti/e e aggressivi/e. Che cosa avrebbero dovuto fare gli uomini in divisa? Sparare? E’ facile postulare che un agente dell’ordine si trasformi in uno sceriffo da Far West, ma non è così che funziona: può darsi che la fantasia provochi a qualcuno pruriginose ed eccitanti scariche di adrenalina, ma non funziona così. Non in un Paese civile, almeno); si diceva, vorremmo sapere se, oltre a far fare qualche giro alle volanti, chi ha titolo e dovere per farlo ha messo (o ha cominciato a mettere) in essere qualche altro (più radicale e socialmente incisivo) strumento diverso dalla semplice modalità repressiva, oppure se siamo ancora al “mar di discorsi” al “solito vedremo, penseremo”, con quel che segue (se la volete leggere tutta è “Gingillino” di Giuseppe Giusti). Per dirla con franchezza, per ora l’impressione è che si sia sempre al caro babbo.

Arrivederci alle prossime “ragazzate” dei prossimi fine settimana…ah, fermi! Dimenticavo. Fra le altre ragioni per far chiudere alle 18 bar ed esercizi di somministrazione c’era anche quella di tarpare le ali alla movida, compresa quella  da sballo e da microdelinquenza. Ecco: appunto. Baristi, ristoratori e cittadini ringraziano per la gran pensata.

(Foto Marco Gambelli)