Oggi, 5 maggio, sono venti anni dalla morte del grande campione toscano Gino Bartali, di cui mi piace ricordare un aspetto meno conosciuto: il suo legame con Siena.

Gino Bartali donava infatti due maglie gialle di vincitore del Tour de France, 1938 e 1948, come ex voto al parroco senese Don Bruno Franci, il “Prete Bello”, maglie che sono ancora oggi esposte nella Chiesa di Santa Petronilla. Andate a vederle!

Don Bruno aveva nascosto per una settimana e salvato dalla cattura Bartali, che durante la guerra con la sua bicicletta faceva da staffetta tra Firenze e Assisi per portare documenti falsi al fine di salvare ebrei dai rastrellamenti dei nazifascisti.

A proposito di Siena e ciclismo voglio ricordare che il Giro d’Italia ha fatto tappa a Siena in sette occasioni.

La prima nel lontanissimo 1913, percorso Genova-Siena e vittoria di Eberardo Pavesi, poi nel 1929 (Orvieto-Siena, vittoria di Mario Bianchi), nel 1948 (Viareggio-Siena, vince Adolfo Leoni arrivando sulla pista in terra battuta del Rastrello), nel 1952 (Montecatini-Siena, successo di Antonio Bevilacqua), nel 1957 (Roma-Siena, primo classificato Miguel Poblet ancora sulla pista dello stadio) e nel 1978 (Assisi-Siena, sprint vincente sotto la Fortezza di Francesco Moser); la settima e ultima volta il 23 maggio 1986 quando Lech Piaseck vinceva la cronometro partita da Sinalunga e conclusasi in Piazza del Campo. La maggior parte dei senesi nel 1986 tifava per Francesco Moser: striscioni ovunque sulle ringhiere delle terrazze e anche una scritta “W Moser” sul muro del Tondo, il curvone di via Aretina, che si intravede ancora oggi seppure sbiadita.

Sono troppi anni che il Giro d’Italia ha “abbandonato” Siena!