Questa tavoletta era la copertina di un registro di entrata e uscita del 1451 della Biccherna, l’ufficio finanziario del Comune di Siena.
Il pittore Sano di Pietro ha raffigurato sulla destra il camarlengo nel suo ufficio mentre si lava le mani in una bacinella sulla quale un aiutante (lo scrittore?) versa dell’acqua da una brocca; sulla sinistra la Vergine che protegge la città.
Archivio di Stato di Siena, collezione delle tavolette di Biccherna, n. 29, Sano di Pietro, “Il camarlengo si lava le mani; la Vergine protegge Siena”, 1451
Ghino di Pietro Bellanti, camarlengo della Biccherna per tutto l’anno 1451, deve avere commissionato la pittura con intento polemico: egli si volle proclamare “con le mani pulite”, chiamando a sua testimone la Vergine e contestando platealmente la decisione presa in quell’anno di togliere ai laici il camarlengato, massima carica dell’ufficio, restituendolo ai religiosi. Forse volle anche chiarire di essere al di fuori delle lotte politiche che in quel momento vedevano Siena in procinto di aderire al blocco antifiorentino, accordandosi con il re di Napoli e Venezia contro Firenze e il ducato di Milano, o volle comunque chiedere la protezione della Regina di Siena in un momento di contrasti interni ed esterni.
Venendo all’immagine della città posta sotto il mantello protettivo della Vergine, si notano le principali eminenze architettoniche: le mura rosate, una porta con due stemmi della Balzana, la torre del Mangia, il campanile zebrato e la cupola del Duomo, due alte torri (una bianca e una rosata)a esemplificare le tante che caratterizzavano allora la città. Una sintesi semplice ma efficace che rende Siena subito riconoscibile.
Mi sono chiesta quale porta di Siena potrebbe essere stata rappresentata: potrebbe trattarsi della porta Camollia nella sua struttura medievale, ma non ne sono sicura.
Gli stemmi sono quelli di famiglia dei personaggi in carica in Biccherna in quell’anno 1451: oltre al camarlengo Bellanti, i provveditori (quattro per semestre) Stefano Giovannini, Urbano Giovannelli, Giovanni di Lorenzo Piccolomini (famiglia riammessa agli uffici comunali in quell’anno per richiesta del vescovo di Siena Enea Silvio Piccolomini), Aldobrandino Aldobrandini, Francesco Vitaletti, Piozio Umidi, Pantaleone Buonsignori, Preziano Vieri, e Infine lo scrittoreNicolò Donati.