Benedetta Bucci, classe 1997, senese, è la giovane violista del Conservatorio Rinaldo Franci che si è distinta nell’anno 2019 ricevendo un ambito riconoscimento. Il Quartetto Adorno, di cui Benedetta è membro fondatore, ha vinto infatti il prestigioso riconoscimento "Una Vita nella Musica giovani".
Il premio le è stato consegnato sul palco del Teatro La Fenice di Venezia.

Come ti sei avvicinata al violino?

È stato per caso. Avevo quattro anni e, mentre andavo nella Selva, i miei genitori si fermarono a leggere un manifesto affisso al muro in cui la Chigiana organizzava corsi gratuiti di violino per bambini. Quando mio babbo lo lesse, io d'impulso dissi subito "Lo voglio fare!" e così, dopo aver superato una selezione, iniziai il mio approccio con il violino con il metodo Suzuki cioè imparai a leggere le note ancor prima di iniziare a leggere le parole. Ho cominciato con il violino poi, dopo qualche anno, grazie al mio maestro della Rinaldo Franci Carmelo Giallombardo - violista - mi sono innamorata della viola e sono passata a suonare questo strumento di dimensioni un po' più grandi rispetto al violino.

La musica ti assorbe molto tempo, non permettendoti forse di vivere una vita da ventiduenne, sbaglio?

La mia vita, già dall'età di cinque anni, ha sempre avuto il suo fulcro nella musica. Da piccola era quello il mio divertimento, da grande è diventata la mia professione: ho rinunciato - ma non è stato assolutamente un problema - prima agli sport e ai giochi con i miei coetanei e poi ai divertimenti degli adolescenti.

Qual è stato il momento più emozionante che hai vissuto?

Sicuramente quello in cui, per i festeggiamenti della vittoria della mia Contrada nel 2006, ho avuto l'onore di suonare l'inno in piazza San Giovanni di fronte a più di mille selvaioli.

Benedetta, come ti immagini fra dieci anni?

Mi immagino sempre con la mia viola in mano, magari continuando a fare concerti ma non mi dispiacerebbe neppure dedicarmi all'insegnamento della viola ai bambini.

Siena, secondo te, riconosce il tuo talento?

Dalla mia città ho ricevuto alcune dimostrazioni di affetto e di stima come di recente, quando con il mio Quartetto Adorno, ci è stato conferito a La Fenice di Venezia il Premio "Una vita nella musica giovani". Mi auguro che i miei concittadini siano orgogliosi di me come io lo sono sempre stata della mia città.