Ma ci avete mai pensato a quanti artisti ha dato, nei secoli, Siena alla musica? Noi siamo orgogliosi, giustamente, di un’istituzione, la Chigiana, che convoglia sulla nostra città quanto c’è di meglio nel mondo del pentagramma, ma non dimentichiamoci che da qui hanno mosso i primi passo verso i più importanti palcoscenici personaggi che hanno segnato e segnano il panorama musicale mondiale.

E questi artisti (senesi e non senesi, ovviamente) sono fra le principali vittime delle difficoltà causate, nel settore, dal Covid-19. I teatri (oppure, dato che siamo in estate, le arene, e comunque tutti quegli spazi all’aperto sono destinati alle rappresentazioni teatrali o musicali) o sono del tutto chiusi, o, quelli che hanno ripreso a funzionare, hanno dovuto riposizionare la loro attività su un numero ristrettissimo di eventi e rivolgendosi, necessariamente, a un numero dimezzato di utenti. Situazioni che li ha costretti a “congelare” molti contratti di solisti e ripiegare su pochi, grandiosi, eventi che potessero garantire loro un sicuro successo e introito.

Va bene che, nell’immaginario romantico, si vive d’arte e si vive d’amore, ma nella vita reale questi artisti vivono anche di quel che vivono tutti. E per questi artisti non ci sono paracadute: se nessuno ti ingaggia perché uno spettacolo è stato cancellato, te ne stai a casa e nessuno ti paga.

Tra l’altro gli spettacoli teatrali, i concerti, l’opera sono forme di spettacolo che sì s,i possono ammirare anche in televisione o attraverso i canali social (ci sono stati alcuni esempi sperimentali in questi mesi), ma perdono gran parte del loro essere: il contatto diretto con il pubblico che ti trasmette forza ed emozione, che ti fa capire se quella messa in scena è stata un successo.

Il personaggio di oggi è stato scelto per questa ragione: come atto di solidarietà e di omaggio verso chi, per passione e per lavoro, produce bellezza e che, in questo momento, rischia di trovarsi in situazione critica e senza alcuna tutela. Perché troppo spesso succede che la bellezza o la sottovalutiamo o pretendiamo di averla gratuitamente.

Quindi ritorniamo ad una sera d’inverno, a Siena.

Era il 17 febbraio 1851 e al teatro dei Rinnovati esordisce una giovane cantante: si chiama Marietta Piccolomini Clementini. È un concerto di beneficenza, uno di quegli eventi che, come capita nella vita talvolta, cambia il suo destino.

Maria Teresa Violante Piccolomini Clementini (questo il suo nome completo anche se in arte sarà conosciuta solo come Marietta Piccolomini) nasce il 5 marzo del 1834 ed i suoi genitori tutto volevano per il suo futuro tranne che facesse la cantante lirica, lei, nata in una famiglia nobile, tra le più in vista della Siena del tempo,  destinata  a un matrimonio altolocato.

In realtà il concerto dei Rinnovati mette in evidenza le doti di questa giovane voce che, abbastanza presto, mieterà successi in Italia e anche fuori d’ Italia. Se il suo esordio è datato 1851, risale al 1852  il suo debutto a La Pergola di Firenze dove si esibisce nella parte di Lucrezia Borgia di Donizetti. Alla fine di questo anno sarà ingaggiata come prima donna all’Argentina di Roma e diventerà una delle maggiori interpreti sia di Donizetti che di Verdi. Infatti il vero successo arriverà dopo la Traviata interpretata al Teatro Carignano di Torino.

Si dice di lei: "la voce è piccola, ma il talento è grande".

E Marietta Piccolomini comincia davvero ad essere una grande diva internazionale: nel 1856 parte per Londra dove diventa un mito. La sua fama è tale che si può permettere di rifiutare la parte di Cornelia che le propone lo stesso Giuseppe Verdi per il Re Lear. Il suo no è dovuto ad un programma serratissimo di concerti: Pietroburgo, Parigi, l’Inghilterra, l’Irlanda, i Paesi Bassi, la Germania. Il 28 settembre del 1858 Marietta parte per gli Stati Uniti: trionfa a New York e Philadelpia, e vi rimane quasi un anno tanto il pubblico la adora e la osanna.

Marietta Piccolomini con il tenore Pasquale Brignoli durante la tournée americana 

 

Ritorna a Siena nel 1859 ed ecco che ancora una volta la sua vita cambierà totalemete e, questa volta davvero, in maniera definitiva: nel 1860 sposa il Marchese Francesco Caetani della Fargna e avrà da lui 5 figli.

Marietta sceglie (ritornando ai “progetti” che la sua famiglia aveva fin da quando lei era piccola) di fare la moglie e la madre. Terrà soltanto un concerto a Londra nel 1863 dopo di che si esibirà solamente per occasioni di beneficienza e la sua bellissima voce non risuonerà più nei teatri.

Marietta Piccolomini muore nel 1899 ed è sepolta a Firenze nel cimitero di Santa Maria a Monte.