Il 9 giugno del 1837 muore a Roma Anna Maria Giannetti. Il nome, di per sé, potrebbe non riportarvi nulla alla mente ma tutto si chiarisce dicendo che, in modo particolare a Siena e a Roma, è venerata come la beata Anna Maria Taigi. A Siena ci nasce, il 29 maggio 1769 in via dei Rossi, come si legge nei registri degli stati d’anime della Parrocchia di San Pietro Ovile alla quale apparteneva, e viene battezzata il 30 maggio in San Giovanni Battista. Poco si sa della sua infanzia: che viene educata soprattutto dalla madre (la tradizione ci narra di un padre dall’istinto violento) e che giovanissima lascia la nostra città per trasferirsi a Roma, dove vive fino alla morte. La scelta è dettata probabilmente (ma siamo ancora sul “si racconta”) dalle difficoltà economiche nella quali si viene a trovare la famiglia per cui Luigi Giannetti, speziale di professione, è costretto a cercare a Roma maggior fortuna.

Maria sposa molto giovane Domenico Taigi, facchino dei principi Chigi, dai quali va a servizio, ed hanno sette figli (tre dei quali moriranno molto piccoli).

Anna Maria fin da piccola si distingue per la sua religiosità ed entra nell’Ordine della Santissima Trinità come terziaria. E’ il 26 dicembre 1808. Sotto la guida spirituale di monsignor Raffaele Natali, allora segretario del maestro di camera di papa Pio VII (1800-1823), vive una vita umile, di penitenza e di carità sociale. Il prelato marchigiano è ospite in casa Taigi per circa venti anni e, dunque, è testimone oculare dei molti episodi straordinari che ne intessono la vita e li racconta in diversi volumi conservati nell'archivio della Chiesa di San Carlo a Roma, tenuta proprio dai Padri trinitari.

Figlia, moglie e madre oltre alla Santissima Trinità ebbe una grande devozione per la Madonna, madre per eccellenza.

Si dice che per la sua fede incrollabile abbia ricevuto molti doni particolari: tra tutti un sole luminoso che per 47 anni brilla davanti ai suoi occhi e nel quale, si narra, lei potesse vedere ciò che accadeva (o sarebbe accaduto) nel mondo e la condizione in cui si trovavano le anime, sia in vita che nella morte. Ha la capacità non solo di “vederle”, ma di dialogare con loro, intuirne la strada e il “destino”.

 

 

Una donna passata alla storia ed entrata nell’immaginario anche per quelle che la tradizione tramanda come “profezie”. Certo parlava di un’altra epoca, ma parole come “l’aria sarà nociva e pestilenziale e recherà danno, sebbene non esclusivamente ai nemici della religione (…) Le Chiese verranno chiuse, ma solo per poco tempo”, non può non riportarci, con inquietudine, a ciò che abbiamo appena vissuto. Ammetto di aver estrapolato ad hoc le frasi, ma fanno ugualmente riflettere.

Era una donna di servizio, non era una donna altolocata, né un Dottore della Chiesa, né aveva fatto studi teologici. Era una donna di casa, una donna semplice, che ha portato avanti la sua responsabilità nella famiglia e nell’aiutare gli altri. Non compie gesti plateali, non salva città ma il suo eroismo sta proprio nell’accettare a testa alta ciò che la vita le aveva riservato, anche le umiliazioni, e il porsi al servizio degli altri con i doni che Dio le aveva dato.

Ritratto della beata Maria Taigi di Giovanni Gasparro

 

Esemplare la testimonianza che, di lei, porta il marito Domenico che, a 92 anni, depone al processo di beatificazione: “Accadeva spesso che al mio ritorno a casa la trovassi piena di gente. Immediatamente ella si congedava da tutti, fossero anche una nobildonna o un prelato, per prendersi cura di me con sollecitudine amorosa: ognuno poteva rendersi conto che faceva ogni cosa con tutto il cuore, mi avrebbe persino tolto i calzari dai piedi, se lo avessi permesso. In breve, era per me di consolazione e di conforto in ogni cosa […] La serva di Dio sapeva come mettere ognuno a suo agio e lo faceva con una grazia che non mi è possibile descrivere. Spesso tornavo a casa stanco, di malumore e irascibile ma ella sempre sapeva addolcirmi e rallegrarmi”.

E’ la prima donna, scrivono di lei, che, provenendo dal popolo, raggiunge la beatificazione nella vita matrimoniale dato che le donne che in precedenza hanno avuto gli onori degli altari non sono sposate, oppure sono vedove o religiose, o appartengono a ranghi alti della società.

A Roma viene considerata la “patrona delle mamme” e ogni anno (tranne questo, probabilmente, a causa delle norme Covid) proprio il 9 giugno, nel giorno in cui si celebra la memoria liturgica, ci sono lunghe processioni per rendere omaggio alla beata “Anna Maria da Siena”.

Anna Maria Taigi viene beatificata il 30 maggio 1920. Il suo corpo si conserva, incorrotto, a Roma, nella Basilica di San Crisogono in Trastevere, una delle chiese rette dall’Ordine dei Padri Trinitari.

E mentre passeggiate per Siena, quando passate in via dei Rossi (oggi al numero civico 60), alzate gli occhi e leggete la lapide che venne posta il 9 giugno del 1950 per volere della parrocchia. Ecco lì è nata e da lì ha iniziato il suo cammino di beatitudine.