Carlo Corradino Chigi, figlio di Francesco e di Maria Benedetti degli Useppi, nasce a Siena il 10 settembre 1802 e dal 1818 si trasferisce a Genova per frequentare la Regia Scuola di Marina, diplomandosi nel 1821. Inizia così la sua brillante carriera militare nella Marina del Regno di Sardegna, per la quale fu guardiamarina di prima classe nella fregata “Cristina” e poi sulla corvetta “Tritone” e, proprio a bordo di quest’ultima cominciò a farsi notare per coraggio e capacità fuori dal comune durante un’azione contro il i pirati di Tripoli che terrorizzavano il Mediterraneo. Nel golfo di Tripoli la corvetta “Tritone” incendiò due imbarcazioni del bey Iusuff, e Chigi meritò l’ambita onorificenza della Croce di SS. Maurizio e Lazzaro, oltre ad una lauta pensione. Il suo Capitano di vascello, Giuseppe Zicavo, scrive: “Il Cavalier Chigi, non solo ha fatto il suo dovere, ma lo ha oltrepassato in modo tale che lo scrivente inutilmente vorrebbe cercare espressioni onde rendergli dovuta giustizia”.

 

Dopo un breve periodo in qualità di Tenente di vascello nella Marina del Granducato di Toscana (1829), Carlo Corradino torna al servizio sabaudo, prima come Luogotenente (1830) e poi come Capitano (agosto 1839), interrompendo il servizio nella Marina Sarda (novembre 1839) perché ulteriori avanzamenti di grado gli avrebbero fatto perdere la cittadinanza toscana, cui non intendeva rinunciare. Prese così servizio presso l’esercito del granduca di Toscana, ma in quegli anni, parallelamente alla carriera militare, inizia ad intraprendere anche quella politico-istituzionale: è, infatti, governatore dell’Isola d’Elba dal 1839 al 1844.

Nel 1845 si ritira a Fivizzano di Lunigiana dove ha vari possedimenti con la moglie, la nobildonna Violante Camaiori, che gli dette quattro figli: Francesco, che ne avrebbe seguito le orme in ambito militare, Maria, Fabio, che ne fu l’erede universale, e Antonio, padre di Guido, ultimo rampollo del ramo familiare. Nel 1847 la popolazione di Fivizzano lo nomina gonfaloniere, visto che quelle terre, per precedenti accordi, dovevano passare al Ducato di Modena e si sperava che Chigi potesse evitare questa indesiderata cessione. La mediazione fallì e Carlo Corradino non riuscì ad impedire né l'occupazione da parte delle truppe modenesi né la reazione della popolazione, né tanto meno la conseguente sanguinosa repressione.

Pietro Senna, La battaglia di Curtatone

 

Il 1848 fu un anno particolarmente intenso: diviene membro del Senato della Toscana ma, soprattutto, il 13 aprile è Capo di Stato Maggiore del Granducato. Con questo ultimo grado guida le milizie toscane regolari inviate da Leopoldo II al fianco di Carlo Alberto durante la Prima Guerra d’Indipendenza, combattendo a Curtatone, dove sul finire della battaglia viene gravemente ferito da un colpo di mitraglia all’avambraccio sinistro, che gli dovette essere amputato. La divisa indossata da Chigi quel 29 maggio 1848, con la manica sinistra strappata sopra al gomito, è oggi conservata all’interno di una teca presso la sede dell’Università di Siena.

Leopoldo II gli conferisce la Croce dell’Ordine del Merito di San Giuseppe mentre Carlo Alberto lo promuove a Generale onorario.

Come è ovvio, a seguito della grave menomazione, la seconda parte della vita la dedica alla politica e così, il 28 aprile 1859, diviene gonfaloniere di Siena, “la cui scelta, da ognuno encomiata, rallegrava la città, come per lieto avvenimento”, chiosò un entusiasta Luciano Banchi su “L’Indicatore senese” del 14 maggio.

Nel 1860, su proposta di Cavour, riceve il titolo onorifico di Contrammiraglio della Reale Marina Italiana, e nel marzo è Senatore del Regno, ruolo in cui si distingue, coerentemente con le proprie convinzioni cattoliche, per interventi contrari al governo riguardo alla promulgazione delle leggi sul matrimonio civile e sulla soppressione delle corporazioni religiose.

Oltre a Senatore e Contrammiraglio, in quegli anni accetta ulteriori incarichi: è membro della Deputazione del Monte dei Paschi ed è Priore della Contrada del Nicchio, carica che ricopre negli ultimi anni della sua vita, essendo lui protettore della Contrada dei Pispini, così come di Oca, Onda e, ovviamente e come accadeva al tempo, dell’Istrice, dove si trovava il palazzo di famiglia. Eletto all’unanimità nell'assemblea del 20 maggio 1877, è Priore vittorioso per la Carriera dell'agosto 1878. Resta Priore fino alla morte, e viene sostituito con un altro ex sindaco di Siena e Senatore del Regno, il conte Bernardo Tolomei.

Carlo Corradino Chigi muore nella sua tenuta di Fivizzano il 26 marzo 1881; viene tumulato nel cimitero della Misericordia, nella cappella gentilizia dei Chigi, dove riposa anche il nipote Guido.

Il 29 maggio 1899, in occasione del Cinquantenario della battaglia di Curtatone, “volenterosi cittadini e il Comune” posero sulla facciata di Palazzo Chigi in via Camollia al n. c. 83 una lapide a ricordo della figura eroica di Carlo Corradino, al quale è intitolata una strada nella zona dell’Antiporto di Camollia.

 

(tratto da “La Patria in strada. Lo stradario di Siena dal Risorgimento al Medioevo” di Roberto Cresti e Maura Martellucci, Betti Editrice, Siena 2017)