Giro in città e campagna fatti. Santa Caterina fatto. Insomma a parte entrare in Piazza da tamburino avevo fatto tutto.

Era un pomeriggio caldo, mi ricordo, si avvicina l’economo al tempo Giorgio Bartali e mi dice che a luglio tocca proprio a me di rappresentare la Selva nel tufo. Io non credevo mentre lui parlava a ciò che mi diceva perché troppa era la gioia e la soddisfazione. Ora c’era da organizzare gli allenamenti. Un po’ da solo un po’ con gli alfieri. Inizio così ad allenarmi con mille idee in testa: se sbaglio? Se non suono bene? Ma dai guardiamo il bicchiere mezzo pieno che è meglio. La notte prima, ovvero il 1 luglio la feci in bianco ma già me l’aspettavo e non vedevo l’ora di mettermela e con gioia e orgoglio rappresentare la mia Contrada in mezzo alle altre 16. Ma arriviamo nel Casato e aspettiamo che il Rotellino chiami. Selva, eccoci pronti per l’ingresso. Ultima sistemata alla montura e andare. All’inizio avevo le mani di roccia poi sinceramente con il tempo tutto è tornato normale al punto che avrei fatto 10 giri di piazza ancora. Ultima sbandierata davanti al Comune e poi di corsa in palco. Una cosa meravigliosa che auguro a ogni senese/tamburino di provare. Una cosa unica che è difficile anche raccontare. L’emozione è tanta ma la voglia di far ben figurare la propria Contrada è di più. Insomma avanti con il rullo.