Questa è la storia di un’importantissima ed antichissima Pieve che ha ormai perso da oltre duecento anni la sua funzione religiosa dopo essere stata traslata nella chiesa di Serravalle, nel Comune di Buonconvento.
Essa era ubicata sulla sinistra del fiume Arbia su un vecchio tracciato che portava a Casale Sergardi, ma anche a Montacuto (una volta Montauto Joseppi) e ad Asciano. La sua posizione era davvero strategica, in quanto sulla sommità di una collina dalla quale si dominava contemporaneamente il corso di due fiumi (Arbia e Ombrone), ma anche la via Francigena. Forse per questo già abitata nel periodo etrusco e romano, come rileviamo da alcuni ritrovamenti fatti nell’ottocento, proprio nella zona dell’attuale complesso poderale che ha poi inglobato l’antica Pieve. Uno dei reperti in particolare, suscitò l’attenzione dello storico Pietro Piccolomini che, nel suo saggio del 1905 (nel Bullettino Senese di Storia Patria), ne descrisse con particolare precisione le fattezze e al quale fu dato l’appellativo di “Fibula di Sprenna”. “Fibula” è il nome latino della “fibbia” o “spilla” utilizzata per assicurare le vesti alle spalle o alla vita. Anche nell’ “Atlante dei siti archeologici della Toscana”, curato dal Torelli, viene riportata questa scoperta (pag. 333). Si precisa inoltre che la fibula etrusca rinvenuta a Sprenna, va datata VI-V secolo a.C. e raffigura un leone.
Come ci suggerisce il Repetti nel suo celebre Dizionario, la nostra località era un “Casale che deve il suo nome all’antica Pieve di San Lorenzo a Sprenna”.
Dell’antica Pieve però oggi rimane solo un grandissimo podere (ora agriturismo), ma dentro al quale, se mai ci fossero dei dubbi, sono ancora visibili le colonne dell’antica chiesa a strisce rosse e grigie (cotto e pietra) con i relativi capitelli. All’esterno, muri a scarpa di stile medievale e una lapide con stemma del 1601 che Girolamo Fanti, in quel tempo Pievano della stessa, pose a memoria del suo restauro terminato o iniziato in quell’ anno.
La sua primitiva “intitolazione” o dedicazione però, fu riservata ai Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista e più tardi a Santa Maria. Solo negli ultimi tre secoli a San Lorenzo Martire.
Il celebre Don Giuseppe Merlotti (1814-1899), le cui memorie inedite sulle Parrocchie Suburbane della Diocesi di Siena sono state recentemente pubblicate, ci dà di Pieve a Sprenna questa descrizione: “Resedeva essa su di una crestosa collina posta tra il fiume Arbia e l’ Ombrone, circa mezzo miglio a greco distante dal ponte sul quale passa la via Regia Romana (Cassia), e dove tuttora vedesi se non l’antica chiesa, almeno un oratorio di più moderna struttura con una casa annessa per uso di una povera famiglia di coloni”.
Secondo il Merlotti dunque, a metà 1800, esisteva ancora una porzione di chiesa atta ad “Oratorio”, con “un solo altare, sulla destra del quale vi era una lapide” posta dal medesimo e già citato Girolamo Fanti sempre nel 1601. Pur non avendo rinvenuto all’interno dell’attuale fabbricato alcuna traccia della stessa, riteniamo la citazione molto più che attendibile, avendo ritrovato in Biblioteca Comunale di Siena, alcuni appunti scritti intorno al 1815 dal canonico Morelli che nell’anno 1797 ci descriveva la lapide scomparsa, nello stesso identico modo in cui lo farà il Merlotti successivamente.
Secondo ambedue le testimonianze, nella lapide scomparsa vi erano scritte le seguenti parole: “D.O.M. D. HIER. DE FANTIS. CANO. ECC. S. LAU. A RODULFO EPO SEN. IN. HO. S. IO. B. CONS. S. IO. EV. REF. CUR.”. Per esteso: “Dominus Hyeronimus de Fantis Canonicum Ecclesia S. Laurenti a Rodulfo Ephiscopo Senensi in honorem S. Johannis Baptistae, S. Johannis Evangelistae consecratam reficientam curavit anno domini 1601”, che tradotto: “Io Gerolamo Fanti Canonico della Chiesa di San Lorenzo consacrata da Rodolfo Episcopo Senese in onore di S. Giovanni Battista e S. Giovanni Evangelista e restaurata nell’anno 1601”. Se fosse stato effettivamente il Vescovo Rodolfo a fondare questa Pieve e di conseguenza a donarla ai Canonici di Siena, siamo senz’altro negli anni precedenti al 1100. Il Vescovo Rodolfo o Rodulpho, infatti, fu figlio del Conte Ildebrando che fu eletto intorno al 1072 come difensore della Chiesa Senese.
Sebbene non abbiamo traccia dell’anno esatto della fondazione, sappiamo che essa fu donata ai Canonici di Siena intorno al 1081 insiemi a numerosi altri beni (cit. Pecci, Merlotti ecc…), ma il primo documento scritto, con il quale si nomina e si riporta su carta la sopracitata Pieve, è quello del 1189 (Bolla di Papa Clemente III), con la quale il pontefice confermò detta Pieve a “Bono o Buono”, Vescovo di Siena. Tale documento è citato pure nella “Storia del Vescovado” del Pecci.
Come tutte le Pievi, anche questa era “dotata” di beni mobili ed immobili che ne costituivano le rendite e tutti i poderi della sua giurisdizione (Pievania) dovevano corrisponderle le cosiddette “Decime”, vere e proprie tasse che consistevano in genere in derrate alimentari come grano, olio, vino, orzo. Tra i beni immobili di Pieve a Sprenna ci fu anche il famoso “Molino di Borgo d’ Arbia”, antichissima fabbrica molitoria che fu anche detto “Molino di Serravalle”.
Diverse pergamene ci parlano della “Pieve di Sparena” (marzo 1240) o anche “Pieve di Sperena” (dicembre 1240) oppure “Pieve di Aspreno” (novembre 1243) ed anche quella appartenuta alle carte del Santa Maria della Scala del 1272 che ci fa conoscere che in quell’anno ne era pievano tal Ser Ranuccio e che la nostra chiesa era una “canonica”, governata cioè da più sacerdoti. Lo stesso Ser Ranuccio è ancora Pievano nel 1277, quando S. Maria a Sprenna fungeva da collettorio delle decime pro-terra santa.
Nel 1285 il pievano di Sprenna era Don Pietro del fu Guiduccio Malavolti e la chiesa era ancora intitolata a Santa Maria. Altri documenti ci parlano dell’elezione di un tale Vanni di Francesco nel 1300 e di Messer Bonaventura che ne rimase pievano almeno dal 1307 al 1317. Nel 1348 fu la volta di Don Berlinghieri degli Arzocchi.
Nel 1353 una controversia nata per l’elezione del nuovo pievano di Sprenna scomodò anche Papa Innocenzo VI che, con una Bolla del 1353 da Avignone, nominò l’Abate di S. Eugenio a Monistero (vicino a Costafabbri) suo Legato Apostolico per trovare una soluzione.
Nel 1392 fu la volta di Ser Goro di Toro e nel 1409 abbiamo finalmente un quadro definitivo di quella che fu la Pievania di Sprenna ed il territorio di sua competenza:
“Plebes de Sprenna cum Capella de Serravalle”:
- Ecclesia Sancti Andree de Monteagutulo (Montauto-Asciano)
- Ecclesia S. Fabiani de Monteagutulo (Montauto-Asciano)
- Ecclesia de Burgo Furello (Buonconvento)
- Ecclesia Petri de Buonconvento (Buonconvento)
- Ecclesia Germani de Monteagutolo Joseph (Montauto-Asciano)
- Ecclesia S. Bartholomei de Casali (Casale Sergardi-Asciano)
Nel 1575, dalla Visita Pastorale di Monsignor Bossio, scopriamo che la chiesa era titolata a San Giovanni e retta da tale Benzi canonico della chiesa senese. Dallo stesso Benzi sappiamo che la guerra di Siena (1553-1555) aveva pochi anni prima provocato molti danni in questa località: “è stato tutto diruto dalla guerra”.
Nel 1614 la Pieve di San Lorenzo a Sprenna venne dichiarata “Vicaria Perpetua” e nel 1674 ne curava le funzioni il prete Giuseppe Maria Baccinetti.
Dopo la soppressione delle “Compagnie laicali e delle Congregazioni Religiose” per volere del Governo della Toscana (1785) si era liberata nel vicino castello di Serravalle la chiesetta della compagnia dei SS. Fabiano e Sebastiano.
Approfittando di questo, Monsignor Tiberio Borghesi Arcivescovo di Siena, nell’aprile 1786, deliberò che, fermo restante il Titolo di San Lorenzo, questa Pieve fosse trasferita nella chiesa del castello di Serravalle.
Così avvenne la definitiva traslazione della chiesa di Sprenna in Serravalle, dove tutt’oggi è, mentre l’antico edificio rimase come oratorio e cappella fino agli inizi del 1800. Alla fine di quel secolo nulla era rimasto a ricordare la sacralità della Pieve.