Documentata fin dagli inizi del XIV° secolo, esisteva tra Lucignano d’Arbia e Curiano una chiesa molto importante denominata Santa Maria del Piano.
Sebbene di questo edificio di culto se ne fossero perse le tracce da almeno due secoli, alcuni documenti recentemente emersi dall’Archivio di Stato di Siena e dall’Archivio Arcivescovile mi hanno permesso di stabilire con esattezza la sua ubicazione.
Già dagli atti precedentemente conosciuti però, nonché dal toponimo, era stato possibile restringere il cerchio e ricondurla in quel borgo sotto Lucignano d’Arbia (scomparso da secoli) e che prendeva appunto il nome di “Piano”.
La chiesa infatti, chiamata “la Madonna del Piano” o anche “Santa Maria del Piano” non poteva che essere il luogo religioso di riferimento di quel borgo del quale oggi per fortuna rimangono in piedi due o tre fabbricati rurali denominati Podere del Piano e Podere della Madonna.
La popolosità di questo luogo, pur a breve distanza dal Castello di Lucignano, è testimoniata dal fatto che proprio quì nacque una delle più importanti, antiche e popolose confraternite della Valdarbia.
Pur non conoscendone la data di fondazione, la chiesa della quale stiamo trattando era presente già nelle decime del 1302-1303 ed in quelle successive del 1317, del 1409 ecc..). Essa compare ininterrottamente fino alla fine del XVI° secolo, quando, nell’anno 1599 risulta essere stata ormai annessa alla vicina Pieve di San Giovanni Battista a Lucignano. La sua Compagnia Laicale, della quale abbiamo poco sopra accennato invece, era già presente nel 1549. Poco dopo venne fusa con quella del Corpus Domini di Lucignano, ma la chiesa continuò ad essere officiata per altri due secoli e mezzo ed andò a costituire la sede di entrambe le confraternite riunite.
A partire dal 1600 i documenti la ricordano soltanto come “Cappella” o “Oratorio” della Compagnia della Madonna al Piano, ma la sua esistenza è ancora confermata dalle varie visite pastorali oltre che dai documenti della Confraternita. Proprio dagli inventari di questa Compagnia laicale possiamo vedere che si officiava ancora nel 1754 ed esisteva ancora nel 1785, mentre nella visita pastorale dell’Arcivescovo Zondadari del 1804 risulta scomparsa.
Finita tra i possessi della famiglia Mocenni essa diventò nell’ottocento uno dei tanti poderi della tenuta di Curiano e della chiesa si persero le tracce. Della vecchia struttura rimane oggi solo un caseggiato che porta ancora il nome de “La Madonna”, ma del quale non era mai stata approfondita l’origine. I recenti studi sul borgo di Lucignano d’Arbia da me effettuati, con la preziosa collaborazione di Luigi Bichi, hanno finalmente dissipato ogni dubbio, scartando definitivamente l’idea che l’antica chiesa potesse trovarsi più a nord, nell’altro grande podere che ancora oggi si chiama “Podere Piano”.
Tra i tanti documenti rinvenuti, molti dei quali nei volumi della Compagnia del Corpus Domini di Lucignano, ancora oggi presenti nell’Archivio di Stato di Siena, ce ne sono due che fugano ogni dubbio. Il primo è uno scritto dell’anno 1607 relativo ad uno studio per il rifacimento ed il miglioramento della strada Cassia che andava da Siena a Roma (detta strada fiorentina).
Qui si parla proprio della Cappella del Piano ed è indicata proprio nello svincolo in cui si devia verso l’Arbia per collegarsi alla strada per Asciano (strada tra l’altro già citata a fine XIII secolo nello Statuto dei Domini Viarii) e di cui ancora oggi rimangono importanti tracce. Il documento recita così: “….per la nuova strada fiorentina sino alla Cappella nel Piano di Lucignano di Val d’Arbia per andare verso Roma nella mano manca, et indi voltando per la strada di Sciano sino….”.
Ancora oggi è presente lo svincolo ed il tracciato che da questo podere porta al fiume dove, nel tratto che va verso Caggiolo, esistevano un ponte ed un mulino i cui pochi resti ancora si vedono nell’alveo dell’Arbia.
Molto più esaustivo un secondo documento datato 1773 (vedi figura) in quanto l’ubicazione è addirittura segnata in una rudimentale mappa e ci conferma che effettivamente l’edificio (Chiesa della Madonna di Lucignano) era proprio l’attuale podere che oggi ha il nome de “La Madonna”. Nel disegno possiamo ben vedere come a sinistra della chiesa vi sia la via che conduce all’Arbia in direzione Asciano (ancora oggi esistente come strada di campo), mentre di fronte l’attuale Cassia che scende da Lucignano (ancora non esisteva quella circonvallazione che oggi raggira il borgo e ritrova la vecchia Cassia proprio davanti al suddetto podere). Da notare anche il vicino ponticino tuttora visibile.