Se si prendesse il titolo alla lettera potremmo pensare che stavolta la scelta del mio approfondimento riguardi una partita a briscola in un qualsiasi bar della toscana, ma invece la cosa è più seria. Talmente seria che per secoli fu motivo di credo per molte generazioni di nostri conterranei che, a torto o ragione, ne fecero motivo di pellegrinaggio. Si tratta di eventi miracolosi accaduti centinaia e centinaia di anni fa nell’Italia centrale ed uno di questi ci riguarda molto da vicino.
Siamo nei pressi di Monte San Savino ed esattamente nel Poggio delle Vertighe dove esiste ancora un Santuario chiamato Madonna delle Vertighe.
Secondo la tradizione popolare una piccola chiesetta sarebbe comparsa improvvisamente in questo luogo nell’anno del Signore Millecento, volata via da un luogo nei pressi di Asciano.
La narrazione popolare di questo miracolo si diffuse a partire dal XV secolo quando nelle cronache camaldolesi (Annali Camaldolesi Tomo III, p. 89), comparvero le prime scritture di ciò che sarebbe successo:
“Nel 1100 presso Asciano era un oratorio o chiesuola in cui si venerava un’immagine religiosa della Madonna. Morto il Conte Caccia i suoi figli ed eredi vennero a contesa tra loro, per il lucro che intendevano trarre dalla devozione dei fedeli verso quella chiesa, e decisero sciogliere la questione con le armi. Ma nella notte del 5 giugno 1100, precedente il giorno del duello, quella chiesuola vien trasferita miracolosamente in un colle chiamato Vertighe vicino al Castello di San Sabino, diocesi di Arezzo e quivi tuttora si venera, posata sul suolo senza fondamenti e talmente disgiunta dai circostanti edificii che non è mai stato possibile (dicono), riempire quel vuoto o fessura con alcuna quantità di cemento.
Anche nella “Cronichetta del Monte San Savino” scritta da Agostino Fortunio nel 1583 si narra la vicenda in modo simile:
“Fu anticamente una Cappelletta in quel di Asciano, luogo detto Caggio lungo la via, di molta devotione appresso de popoli vicini, murata a calcina, là dove nella nicchia era dipinta la Beata Vergine Maria assunta al cielo; e su l’altare si teneva un tabernacolo di legno con isportelli, che si potevano aprire e serrare, con sei figure di santi e sante. Apparteneva il fondo a un padre di famiglia, il quale morendo, lasciò due suoi figli heredi: fra i quali nacque disparere nella divisione di chi doveva essere il campo della Madonna, volendolo ciascuno nella sua parte et non volendosi cedere l’uno all’altro, uno di loro di natura più collerico, cominciò a bestemmiare la venerata immagine, gli tira i sassi e sfida il fratello a venire ammazzarsi quivi seco l’altra mattina, ma interponendosi gli amici fra loro se ne tornorno rissando a casa. Essendo dunque venuta la notte oscura, volendo la Beatissima Vergine, come madre di pace e misericordia metter d’accordo i detti due fratelli discordanti: ecco che sveltasi la fabbrica dai suoi fondamenti, ella si partì invisibilmente da quivi e si trasportò sul Colle delle Vertighe in una folta selva che vi era…”
Naturalmente a queste storie si aggiunsero varie varianti tra le quali quella della famiglia ascianese che fece arrabbiare nostra Signora e che talvolta viene definita Cacciaconti, altre Alberti ed effettivamente entrambe ebbero enormi possedimenti in Asciano.
Se indaghiamo analoghi episodi accaduti o narrati in quei secoli, ci accorgeremo che quello delle chiese o delle Madonne volanti era un fenomeno abbastanza diffuso, ma che però le giustificazioni di contorno sono sempre uguali o comunque troppo simili tra di loro.
È il caso ad esempio di Loreto, la cui casa di Maria, per sfuggire ai Turchi, volò da Nazaret facendo ben tre tappe prima di giungere nella nota località nei pressi di Ancona.
Stessa cosa per la Madonna albanese di Scutari che per non finire in mano agli infedeli trasvolò il mare per giungere a Genazzano nei pressi di Roma. Questa madonna, detta anche del Buonconsiglio viene ancora oggi venerata dalla Contrada di Valdimontone.
C’è ancora la madonna di Valverde, trasportata dagli angeli a Corneto (Tarquinia) ed anche una Madonna “volante” apparsa sopra la chiesa di S. Pietro in Camollia e dipinta in un famoso affresco.
(Nella foto: Martino di Bartolomeo, Apparizione della Vergine sopra la chiesa della Magione)