Su di una collina della Val d’Arbia, tra le località di Radi e Sovignano, a metà strada tra i torrenti Stile e Sorra, sorgeva un piccolo borgo denominato San Lazzaro di cui oggi rimangono soltanto due poderi diroccati. Dagli antichi documenti risulta che nel XIII secolo questo luogo era fortificato, dotato di almeno una torre di guardia ed una chiesa intitolata a S. Lazzaro (nella foto i resti di San Lazzarello dal satellite).
Le notizie più antiche risalgono infatti al 1271 e al 1274 e ci confermano come questa piccola comunità fosse già amministrativamente costituita ed autonoma, tanto che il Comune di Siena aveva deliberato di inviarvi un Rettore.
Nei secoli successivi questo borgo cambiò denominazione e cominciò ad essere chiamato San Lazzarello e poi S. Lazzarello Tolomei, ad indicarne la famiglia proprietaria.
Fin dal 1337 appartenne al Nono Vicariato (Vicariatus Percene) che aveva sede a Percenna, nei pressi di Buonconvento ed era ancora fortificato, tanto che i documenti lo citano come fortilizio (Fortilitium sancti Laçcarelli) con annessa torre.
Del 1288 è la prima notizia della sua chiesa che in quell’anno era ancora parrocchia, sotto la guida del prete Ser Sozzo e che lo rimase almeno fino al periodo della grande peste (1348) sotto il parroco Misser Arrigo di Vanni.
Nel 1442 la chiesa non è più indicata come parrocchia, ma doveva comunque aver mantenuto una certa importanza se ne era rettore Messer Antonio del fu Baccio, canonico senese. La rinunziò solo nel 1497 in favore di Messer Domenico Alberti, cappellano del Duomo di Siena che vi rimase fino alla morte avvenuta l’8 marzo del 1513. Successivamente fu prete in questa chiesa Messer Andrea Gabbrielli di Montepulciano che vi rimase dal 1513 al 1537 e venne sostituito da Messer Girolamo da Sovana.
A metà del 1500 però si perdono le tracce e le notizie di questa chiesa e dei suoi parroci, forse per i danni subiti da questo fortilizio durante la guerra di Siena (1553-1555) come confermerebbe anche la cronaca del Sozzini all’anno 1554 quando le truppe imperiali:
“abbruciorno San Lazzarello, tenuta di casa Tolomei, e simile il suo borgo”.
Nel 1598 la piccola chiesa risultava già annessa alla vicina di San Giovanni decollato di Campriano, entrambe suffraganee della Pieve di Corsano.
Nonostante il ridimensionamento nel 1676 questo piccolo borgo esisteva ancora e nella descrizione dell’auditore generale di Siena (Bartolomeo Gherardini) viene indicato come un “comunello” che “consiste in poderi numero 2 et in essi vi sono Anime 25, de quali maschi 17, femmine 8, da comunione 9, che non si comunicano 16. Vi si semina grano moggia 8, se ne ricoglie 32. Vino some 700, olio niente. Paga all’ Opera, alla Biccherna, a Conservatori”.
Nel 1692 la proprietà di San Lazzarello risulta essere passata dai Tolomei all’Opera del Duomo di Siena e vale circa 84 scudi di rendita.
Nel 1767 la piccola chiesa dipendeva ancora dalla vicina chiesa di Campriano dove il parroco, Giuseppe Pianigiani, come tutti gli anni redigeva lo “Stato delle Anime”, una sorta di censimento.
Dai suoi dati emerge che la comunità di San Lazzarello era ormai ridotta a tre famiglie, per un totale di 27 persone.
Nel 1777, con Regolamento Granducale del 2 giugno dello stesso anno, S. Lazzarello fu aggregato alla Comunità di Buonconvento e nel 1809 a quella di Monteroni d’Arbia, dopo una disputa con il comune di Murlo che ottenne per se il borgo di Campriano.