La presenza dei Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme in Asciano era già emersa in passato, ma senza che nessuno approfondisse il tema. Ne avevano appena accennato gli eruditi senesi e toscani già a partire dal Settecento. Quel poco che si sapeva si limitava ad uno spedale di San Giovanni Gerosolimitano attivo in Asciano fin dal 1302 e relativo ad un unico documento.
Nel mio recente volume (2021) dal titolo “L’Ordine Ospedaliero di San Giovanni Battista di Gerusalemme, di Rodi, di Malta ad Asciano, da Fra Grazia di Guittone a Fra Federigo Spadafora”, edito da Primamedia, ho ripercorso la storia della presenza di questi cavalieri dal XIII secolo agli inizi del XIX quando, dopo la soppressione napoleonica, anche i beni ascianesi furono venduti.
La loro fu una presenza assai radicata in quanto qui ebbero una precettoria, detta “magione” o “tenimento”. Essa era collocata proprio al centro del paese presso la chiesa di San Bernardino che anticamente era intitolata a San Giovanni Battista ed era di notevoli dimensioni, ma anche un mulino appena fuori delle mura ascianesi, detto ancora oggi “della Commenda” e quattro poderi di cui tre esistono ancora oggi, nella campagna circostante.
Ma non solo: grazie a questa ricerca è emerso pure che l’Ordine possedeva nel centro di Asciano alcune botteghe situate nei pressi della Torre dell’Orologio e che troviamo ben descritte e disegnate in alcuni inventari (Cabrei). Inoltre, erano loro ben cinque case, quattro delle quali lungo l’attuale Corso del paese ed una in via Cassioli (un tempo detta via del Ghetto per la presenza di una piccola comunità ebraica).
Con l’arrivo di Napoleone in Toscana, tutti i beni gerosolimitani vennero confiscati e poi venduti ed anche quelli di Asciano fecero la stessa fine. La chiesa ed il grande palazzo adiacente (ex magione), furono acquistati dalla nobile famiglia senese dei Bargagli.
Tra tutte le precettorie gerosolimitane dell’antico Stato senese (escluso quella di San Leonardo in Valdimontone e quella di Grosseto), quella di Asciano fu tra le più grandi e ricche e questo ci porta a credere che agli inizi del Trecento essa possa aver ereditato i beni di un altro Ordine presente in Asciano. L’esperienza ci porterebbe a credere che fosse quello templare, come accadde per altre magioni della zona, ma non ci sono documenti a supporto. Non è da escludersi anche che alcuni beni possano essere passati ai cavalieri di San Giovanni da un altro Ordine del quale la presenza in Asciano è invece conclamata: quello Teutonico.
La stessa definizione di “magione”, con la quale viene sin dall’antichità definito il “tenimento” degli Ospedalieri di San Giovanni di Asciano, ci conferma come una fusione deve pur essere avvenuta. Questo vocabolo, infatti deriva dalle antiche stazioni romane (mansio o mansionis), ma non fu mai in uso tra i cavalieri di quest’Ordine, mentre lo era tra i templari e i teutonici.
Altri dati interessanti, rinvenuti nei fondi di alcune biblioteche ed archivi toscani (Firenze, Pisa, Siena, Lucca, Grosseto), ma anche nella Biblioteca di Malta che ancora ospita gran parte dell’archivio secolare dei cavalieri gerosolimitani di San Giovanni, mi hanno permesso di aggiungere a quanto precedentemente individuato una quantità di dati incredibili e impensabili.
Oltre agli inventari (Cabrei) infatti, una serie di manoscritti che portano il nome di “Libri dei Ricordi”, “quaderni di Entrate e Uscite”, “libri dei Miglioramenti”, risultano complementari alla descrizione dei beni posseduti dall’Ordine e ci consegnano spaccati della vita di questo borgo con notizie riguardanti i mestieri, l’allevamento, le coltivazioni, le unità di misura, gli eventi climatici e molto altro che solo in parte ho potuto inserire in questo ricco volume.