Siena e le sue processioni
Se c’è una città che rappresenta al meglio il perfetto equilibrio tra sacro e profano questa è Siena e lo fa da secoli e secoli.
Se c’è una città che rappresenta al meglio il perfetto equilibrio tra sacro e profano questa è Siena e lo fa da secoli e secoli.
Molto si è scritto sugli ebrei senesi a partire dai tragici avvenimenti del “Viva Maria” (giugno 1799), che portarono al saccheggio del Ghetto e all’uccisione di diciotto persone.
Certano fu un antico borgo nella campagna senese, nato intorno alla sua chiesa intitolata fin dalla notte dei tempi a San Michele Arcangelo.
Nei pressi di Costalpino era, fin dal lontano 1276, un ospizio per pellegrini e viandanti che fu lasciato in eredità (nel 1292) da tale Enrico Giliotti Incontri ai frati cistercensi di San Galgano, con l’obbligo di costruirvi un oratorio adiacente e che il medesimo fosse officiato.
Domenico di Bartolo di Ghezzo nacque ad Asciano (SI) nei primi anni del XV Secolo, probabilmente tra il 1400 ed il 1404, ma la sua esatta data di nascita è tuttora sconosciuta in quanto i libri contenenti gli atti di nascita della sua chiesa battesimale (Sant’Agata), sono scomparsi.
La forte presenza dei Templari in terra di Siena è oramai conclamata e, più passano gli anni e più ne prendiamo consapevolezza.
Il Santa Maria della Scala doveva gestire tutto ciò che possedeva fuori le mura e che ormai aveva già in parte raggruppato e organizzato in tante grandi fattorie chiamate grance.
Documentata fin dagli inizi del XIV° secolo, esisteva tra Lucignano d’Arbia e Curiano una chiesa molto importante denominata Santa Maria del Piano.
Ritrovare un antico manufatto di pregevole fattura può essere una buona occasione per parlare di storia nostrana.
Gli Ordini Monastico-Militari di cui parleremo in questo approfondimento nacquero subito dopo la prima crociata (1099), quando Gerusalemme era ormai stata riconquistata dai cristiani.
Una leggenda tutta senese narra che un semplice “ciabattino” sarebbe stato il fondatore di uno degli ospedali più antichi del mondo: il Santa Maria della Scala.
Nei primi decenni del Quattrocento, la nostra cattedrale era un immenso cantiere, frequentato da molti giovani garzoni, maestranze di ogni genere e personaggi che poi divennero famosi in tutto il mondo.
La località di Montemassi, con il suo omonimo castello nel Comune di Roccastrada (GR), ha una storia importantissima che la legò fin dal primo secolo dopo il Mille a Siena.
Quel palazzo che ancora oggi porta il nome della famiglia Bonsignori e che oggi ospita la Pinacoteca Nazionale, fu la sede di una delle casate più importanti della nostra città.
Abbiamo fin troppo parlato della pestilenza del 1348, ma stavolta vorrei soffermarmi su quali fossero a quei tempi le chiese e i monasteri della nostra città.
La chiesa della quale tratteremo oggi, pur piccole di dimensioni, ha una storia straordinaria ma purtroppo è in completo stato di abbandono.
Vicino al borgo di San Giovanni d’Asso sorge la chiesa di San Pietro in Villore, autentico esempio di stile romanico senese con influenze sicuramente lombarde e francesi.
Le figure di donna con coda di pesce comparvero tra i simboli del medioevo romanico tra il X ed il XIII secolo. È facile incontrarne alcuni esempi nella nostra provincia.
I ruderi dell’antico monastero benedettino oggi conosciuto col toponimo di “conventaccio” testimoniano il suo glorioso passato.
Siena può vantare un Rinascimento davvero precoce, grazie a un’erudizione che aveva legato da subito la nostra città a Roma, anche per contrapposizione alla nemica di sempre, Firenze.